E se lo incontriamo? Cosa facciamo? Comunichiamo? E chi deve decidere? Queste le domande assolutamente non retoriche poste da Pietro Greco al termine del suo incontro con i nostri studenti del 29 ottobre. Siamo soli nell'universo? è il titolo della ottava edizione di OrvietoScienza e l'incontro di cui parla il noto giornalista scientifico è quello con un essere intelligente extraterrestre.
Greco è partito da lontano, dall'idea che dell'unicità della vita sulla Terra avevano gli atomisti del IV secolo a.C. ed ha proseguito, passando per la visione delle terre infinite di Giordano Bruno, fino ad arrivare al punto di svolta: dall'essenzialismo all'evoluzione di Darwin. Questa, introducendo l'elemento di imprevedibilità degli esiti dell'evoluzione, ci ha portato a una nuova concezione dell'intelligenza come di qualcosa non previsto a priori ma solo descrivibile a posteriori. Se vita c'è là fuori, potrebbe non arrivare mai a forme di intelligenza, o potrebbe produrre intelligenze (e forme) del tutto diverse da quelle che conosciamo, come descrizione dell'evoluzione di Stephen J. Gould.
Ma la domanda è anche: è possibile fare una stima della probabilità di incontrare la vita extraterrestre? Greco ha provato a rispondere seguendo l'equazione di Drake, che esprime tale probabilità come il prodotto di una serie di fattori astronomici, biologici ed anche sociali. Le prime due categorie saranno proprio l'oggetto dell'indagine di OrvietoScienza 2020, con il contributo di astronomi impegnati nella ricerca di esopianeti e nell'esplorazione del sistema solare, e di biologi esperti in esobiologia e origine della vita. Sarà però trattata anche la dimensione dell'incontro, sia da parte dei relatori che da parte degli studenti. Almeno di quelli che vorranno partecipare ai laboratori per cercare di rispondere alle domande di Pietro Greco.