Spunti per una riflessione
“La cultura consiste nella forma stessa che noi, attraverso il lavoro dello spirito, riusciamo a dare allo spirito stesso. Consiste nell'abitudine dello sforzo tenace e penoso; nel bisogno delle idee logiche e chiare; nel gusto della iniziativa personale e critica; nella forza e nel coraggio di pensare con la nostra testa e di essere noi stessi; nella attitudine — insomma — di comportarci, innanzi a qualunque nuovo problema di pensiero o d'azione, come uomini ignoranti, bensì, e bisognosi di rinnovare e rettificare continuamente le nostre conoscenze, ma capaci di rettamente volere, rapidamente deciderci, energicamente operare.
Le nozioni concrete che noi oggi possediamo, le abbiamo conquistate dopo la scuola, attraverso tutta la nostra vita, con la esperienza occasionale di ogni giorno, leggendo libri e riviste, ascoltando conferenze e lezioni pubbliche, conversando e discutendo con gli amici, andando al cinematografo — recentissimo mirabile veicolo di cultura, — guardando i quadri di pubblicità, leggendo i giornali: soprattutto leggendo i giornali quotidiani, i quali con tutti i loro difetti sono ai nostri giorni i più ricchi ed efficaci ed economici distributori della più varia cultura.
Tutte le conoscenze, che possono esserci comunque necessarie o utili o piacevoli nella vita, ce le procuriamo poi noi, per conto nostro, dopo la scuola, durante tutta la vita. Ma senza quella precedente disciplina intellettuale fornitaci dalla scuola, le mille svariatissime e spesso contradittorie nozioni che raccogliessimo giorno per giorno, non coordinate da una forza organica di pensiero, sarebbero non cultura, ma polvere incoerente e pesante e inutile di cultura.
Ora per ottenere questo risultato benefico, occorre che la scuola non abbia la pretesa di insegnar tutto.
Basta che dia all'alunno un piccolo numero di idee chiare e di nozioni logicamente ordinate su cui e per cui ognuno possa costruirsi da sé il proprio mondo pratico e ideale.
Quel che oggi in Italia dobbiamo chiedere non è che gli alunni lavorino meno, ma che il loro lavoro sia organizzato meglio, affinché possano lavorare molto di più!
La scuola non deve aggravare e affaticare il cervello a furia di enciclopedia erudita: deve riconoscere nell'alunno il diritto all'ignoranza. Ma deve frattanto dargli la coscienza della sua ignoranza, il desiderio ardente di vincerla, la capacità di lavorare da sé. Solo così operando essa darà la vera cultura. Ma non può così operare senza esigere un forte e rude e ostinato lavoro.
"Col sudore della fronte ti guadagnerai il pane," ha detto all'uomo il Dio della Bibbia. La cultura è il pane dell'anima. E anch'essa non si trova bella e pronta nella culla: bisogna faticare soffrire sacrificarsi per essere degni di conquistarla, per essere capaci di conservarla. “ - Gaetano Salvemini, Che cosa è la cultura (1908)
A questa premessa segue la prima ricerca sull’innovazione didattica, prodotto del lavoro svolto in questo anno scolastico all’interno dell’Area1, nell’ambito del progetto “Attuazione delle indicazioni nazionali per i nuovi licei, promozione e coordinamento di progetti e iniziative di innovazione didattica” del quale è responsabile la professoressa Valeria Asta.
Il lavoro può essere scaricato come documento pdf.
Seguiranno altri approfondimenti già pronti ma che si è deciso di proporre a settembre, i quali trattano del Cooperative Learning, metodologia sulla quale esiste una grande bibliografia che ne conferma la validità didattica, della Flipped Classroom o Insegnamento capovolto, di grande interesse e molto apprezzata nel paesi anglofoni dai quali proviene, del CLIL per il quale è iniziata la formazione docenti ed è richiesto nei Licei Linguistici.
Grazie alle risorse presenti all’interno dell’Istituto, il Liceo Majorana può così offrire, ai docenti che ne sentissero la necessità, una riflessione su queste tematiche proponendo un ottimo lavoro che è nato grazie ad uno studio attento e approfondito anche su ciò che succede in Europa e nel mondo, visitando un’ampia selezione di siti.
L’obiettivo è quello di riuscire a sperimentare alcune nuove metodologie didattiche, anche con l’aiuto delle nuove tecnologie digitali, almeno all’interno di un Consiglio di Classe, per poi disseminare ciò che ha dato i risultati migliori in termini di successo formativo degli studenti.