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Capitan Ulisse thDopo un mese nell’Atlantico, attraversato l’equatore e percorso 8000 chilometri, siamo arrivati in Uruguay. Proprio la parte che mi preoccupava di più, la traversata dell’Atlantico, sia per la durata sia per eventuali tempeste, si è rivelata essere la più tranquilla. Mare relativamente calmo. Quasi niente lavoro da fare. 

Il caldo clima tropicale del Gambia ci ha accompagnati per i primi 25 giorni, gli ultimi giorni in mare sono diventati all'improvviso freddi. Sembrava di stare in montagna. Alla fine abbiamo raggiunto il mite clima autunnale uruguaiano. 

 

vele spiegaterotta gambia uruguayAnche dal Gambia, come dall’Olanda, siamo partiti in piena notte. Inizialmente siamo andati dritti a ovest, spinti dagli alisei, poi abbiamo cominciato a scendere a sud, arrivando in una zona di venti leggeri che circonda l’equatore. Lì, le calde giornate venivano spezzate da piccole tempeste, con venti forti e piogge torrenziali. Dopo 10 giorni in mezzo all'oceano stavamo già attraversando l’equatore, a largo della costa brasiliana.

 

tramonto

delfini1pozziProprio in quel momento siamo stati raggiunti da numerosi delfini. Saltavano da soli o in coppie, a prua. Sentivamo i loro versi; erano così vicini che sembrava di poterli toccare. Ci hanno accompagnati per più di un’ora e alla fine, con un movimento repentino, i cinque rimasti, si sono girati, hanno fatto un ultimo salto tutti insieme e sono velocemente spariti. 

 Più avanti abbiamo visto le piattaforme petrolifere brasiliane, che di notte sembravano piccole città illuminate. 

Dopo 29 giorni in mare aperto, senza mai vedere terra, l’abbiamo avvistata. Quattro collinette separate. Mi aspettavo di vedere una striscia di terra unica, invece no. Sembravano quattro grandi navi. Il giorno dopo la vedevamo molto meglio: una spiaggia con grandi dune e un piccolo villaggio. Lì siamo stati sorpresi da foche che ci guardavano incuriosite e saltavano come fossero delfini. La mattina dopo ci è apparsa una grande città, piena di grattacieli. Era Montevideo.

montevideo

Eravamo ormai pronti ad entrare in porto quando le autorità portuali, ci hanno impedito di sbarcare. Ammettevano solo imbarcazioni commerciali. L’arrivo, che ci sembrava così vicino, si era di nuovo allontanato. Abbiamo provato in altre due città e solo nella seconda ci hanno accettati. Poi c’è voluto ancora un giorno per fare le procedure di ammissione nel paese. Finalmente, a quel punto, eravamo dall’altra parte dell’oceano. In Uruguay.

 Prossima tappa: Antartide.

bandierain barca