di Carlo Artemi
Tutti coloro che si iscrivono alla nostra scuola sanno che essa porta il nome di Ettore Majorana ma non tutti conoscono la figura di questo fisico. La sua breve vita, i suoi lavori spesso pionieristici, i suoi vasti interessi culturali, la sua misteriosa sparizione, l’autentica ridda di ipotesi, congetture, gossip, libri che sono stati scritti sulla sparizione stessa, pertanto su suggerimento di un collega ho avuto l’idea di scrivere queste note su Majorana per pubblicarle sul sito del Liceo. Si tratta di una biografia con cenni all’importanza delle sue opere seguita da un riassunto della situazione riguardante la sua sparizione e le ipotesi su di essa con una bibliografia di opere su Majorana e di Majorana.
Prima di tutto chiediamoci: perché scrivere su Majorana? Perché indagare su ciò che ha scritto o studiato? Perché porsi il problema della sua misteriosa sparizione avvenuta nel 1938 quasi settanta anni fa?
A queste domande si possono dare diverse risposte, si può dire che era un genio e che ancora oggi molti scienziati lavorano sulle sue teorie, si può dire che ha lasciato tanto materiale inedito su temi il cui studio è ancora oggi di attualità, si può dire che prese, magari implicitamente, posizioni su questioni non strettamente attinenti il campo della fisica tuttora di interesse, che rappresenta un caso interessante dal punto di vista del rapporto tra un intellettuale e il suo tempo.
A tutto ciò vorrei aggiungere alcune parole su quello che è stato il “percorso“ dell’autore verso Majorana. A cavallo dell’anno 2000 l’autore si stava interessando di Econofisica: con questo termine viene indicata quella disciplina, o per meglio dire quell'indirizzo di studio, in cui si utilizzano mezzi, metodi, modelli tipici della fisica per studiare fenomeni economici o anche politico - sociali; dall’andamento dei mercati finanziari, alla struttura del sistema delle aziende o del mondo del lavoro, dallo sviluppo delle città alla distribuzione dei voti ecc... Dato che per l’autore la materia era nuova ha iniziato a leggere testi introduttivi ed in uno di questi vide citato, nelle pagine iniziali dove si parlava dei precursori di questa disciplina, un lavoro postumo di Majorana; lavoro trovato, pronto per la pubblicazione, nella sua stanza di albergo dopo la sua sparizione e fatto pubblicare da G. Gentile jr., altro fisico Italiano e grandissimo suo amico.
La cosa stupì molto poiché l’idea che l’autore aveva di Majorana era quella del fisico nucleare e del fisico teorico oltre che di una persona introversa e isolata: cosa c’entrava tutto ciò con gli argomenti oggetto di studio dell’Econofisica?
Decise di leggere l’articolo e rimase letteralmente folgorato. L’uomo che aveva scritto quell’articolo gli si rivelava come un vero uomo di cultura, a suo agio anche con la cultura umanistica, un uomo che aveva sulla scienza, e non solo, idee molto precise e così simile alle sue da sembrargli come una specie di “ fratello in spirito “; questa sensazione si rafforzò nel corso delle indagini.
Ovviamente fu preso da una grande curiosità verso questo uomo e si chiese: ma come è accaduto che una persona del genere, tra l'altro un accademico economicamente ben messo e rispettato nel suo ambiente potesse essere sparito così repentinamente e così misteriosamente?
Da qui una piena consultazione di ciò che era stato scritto su Majorana e da Majorana e l’elaborazione di un’ipotesi dettagliata sulla fuga che ha espresso in una sua prima opera. Ma ciò non gli è bastato: ha voluto andare oltre ed ha trovato altre cose più originali e meno note che lo hanno portato ad ampliare, a precisare e su qualche cosa a rivedere ciò che aveva gia scritto. Da qui il suo secondo libro (presente nella nostra biblioteca). Dopo la pubblicazione del secondo libro le ricerche su Majorana e sulla sua sparizione si sono intensificate e sono emersi elementi che confermano l’ipotesi dell’autore più alcune recentissime novità, ma di ciò si dirà in seguito.
A queste domande si possono dare diverse risposte, si può dire che era un genio e che ancora oggi molti scienziati lavorano sulle sue teorie, si può dire che ha lasciato tanto materiale inedito su temi il cui studio è ancora oggi di attualità, si può dire che prese, magari implicitamente, posizioni su questioni non strettamente attinenti il campo della fisica tuttora di interesse, che rappresenta un caso interessante dal punto di vista del rapporto tra un intellettuale e il suo tempo.
A tutto ciò vorrei aggiungere alcune parole su quello che è stato il “percorso“ dell’autore verso Majorana. A cavallo dell’anno 2000 l’autore si stava interessando di Econofisica: con questo termine viene indicata quella disciplina, o per meglio dire quell'indirizzo di studio, in cui si utilizzano mezzi, metodi, modelli tipici della fisica per studiare fenomeni economici o anche politico - sociali; dall’andamento dei mercati finanziari, alla struttura del sistema delle aziende o del mondo del lavoro, dallo sviluppo delle città alla distribuzione dei voti ecc... Dato che per l’autore la materia era nuova ha iniziato a leggere testi introduttivi ed in uno di questi vide citato, nelle pagine iniziali dove si parlava dei precursori di questa disciplina, un lavoro postumo di Majorana; lavoro trovato, pronto per la pubblicazione, nella sua stanza di albergo dopo la sua sparizione e fatto pubblicare da G. Gentile jr., altro fisico Italiano e grandissimo suo amico.
La cosa stupì molto poiché l’idea che l’autore aveva di Majorana era quella del fisico nucleare e del fisico teorico oltre che di una persona introversa e isolata: cosa c’entrava tutto ciò con gli argomenti oggetto di studio dell’Econofisica?
Decise di leggere l’articolo e rimase letteralmente folgorato. L’uomo che aveva scritto quell’articolo gli si rivelava come un vero uomo di cultura, a suo agio anche con la cultura umanistica, un uomo che aveva sulla scienza, e non solo, idee molto precise e così simile alle sue da sembrargli come una specie di “ fratello in spirito “; questa sensazione si rafforzò nel corso delle indagini.
Ovviamente fu preso da una grande curiosità verso questo uomo e si chiese: ma come è accaduto che una persona del genere, tra l'altro un accademico economicamente ben messo e rispettato nel suo ambiente potesse essere sparito così repentinamente e così misteriosamente?
Da qui una piena consultazione di ciò che era stato scritto su Majorana e da Majorana e l’elaborazione di un’ipotesi dettagliata sulla fuga che ha espresso in una sua prima opera. Ma ciò non gli è bastato: ha voluto andare oltre ed ha trovato altre cose più originali e meno note che lo hanno portato ad ampliare, a precisare e su qualche cosa a rivedere ciò che aveva gia scritto. Da qui il suo secondo libro (presente nella nostra biblioteca). Dopo la pubblicazione del secondo libro le ricerche su Majorana e sulla sua sparizione si sono intensificate e sono emersi elementi che confermano l’ipotesi dell’autore più alcune recentissime novità, ma di ciò si dirà in seguito.
NOTE BIOGRAFICHE
Ettore Majorana nacque in una piccola città vicino Catania il 5 agosto 1906 in una famiglia dove gli studi, anche se più politico-sociali che scientifici, erano di casa. Il suo nonno paterno Salvatore, fu un famoso studioso di economia e questioni sociali oltre che deputato per molte legislature. Diversi zii di Ettore furono politici e studiosi e, tra loro, Angelo fu Ministro dell’Economia e delle Finanze in alcuni governi nel 1905 e nel 1906 (primo Ministro era Giovanni Giolitti).mentre Giuseppe fù deputato e ministro del Commercio. Un altro zio, Quirino, fu invece un buon fisico sperimentale. Ettore Majorana, dopo aver frequentato le scuole superiori in un collegio di Roma si iscrisse, sempre a Roma, all’Università. Tuttavia non scelse Fisica ma Ingegneria Elettrica (anche il padre Fabio lavorava in questo campo). Era al secondo anno quando accadde un fatto che doveva cambiargli la vita.Attraverso i buoni uffici di Orso Mario Corbino, fu istituita a Roma la cattedra di Fisica Teorica e vi fu chiamato Enrico Fermi, futuro Premio Nobel per la Fisica nel 1938. La presenza di un docente cosi prestigioso in un’università così importante offriva la possibilità di creare una vera e propria scuola di fisica teorica in Italia; Corbino invitò quindi quegli studenti di Ingegneria particolarmente abili in Matematica e portati per lo studio teorico a spostarsi da Ingegneria a Fisica. Majorana era uno di questi, risolveva a mente complesse equazioni differenziali, e insieme ad altri, tra cui il futuro premio Nobel per la Fisica nel 1958 Emilio Segrè, Giovanni. Gentile jr., Edoardo Amaldi, prese contatto con il Dipartimento di Fisica. Fu presentato a Fermi che si rese conto del suo talento da un episodio; gli mostrò una complessa equazione differenziale di cui aveva trovato soluzioni approssimate facendo i calcoli con una calcolatrice tascabile, il giorno dopo Majorana si presentò da lui con gli stessi risultati numerici ottenuti con un calcolo fatto tutto a mente utilizzando un metodo matematico per rendere più semplice l’equazione. E’ da notare che recentemente la descrizione del metodo usato da Majorana è stata ritrovata in appunti che rimasero nella sua casa di Roma e che nel 1965 furono portati dai familiari alla Domus Galileiana di Pisa e si trovò che il metodo inventato da Majorana era assolutamente originale. nessuno scienziato dal 1928 ad oggi aveva trovato nulla di simile. Fermi lo prese nel suo gruppo e fu suo relatore di tesi. La tesi di Majorana fù la prima tesi di laurea in Italia su questione di fisica nucleare, più esattamente era uno studio teorico su alcune questioni riguardanti la radioattività alfa. Oltre alla tesi Majorana discusse tre tesine orali che riguardavano aspetti diversi dalla fisica nucleare ma questioni ancora oggi di attualità. Majorana pubblicò il suo primo lavoro, su questioni di spettroscopia atomica gia nel 1928 e il seguito della sua attività scientifica è una parte della storia della fisica.
Ettore fino al 1932 lavorò e visse in Italia, esattamente a Roma e pubblicò una serie di lavori in stretta collaborazione con Fermi e gli altri membri del gruppo anche se a firma singola; era particolarmente amico di Gentile jr. e di un altro fisico teorico Glen Wataghin, questo ultimo di origine ucraina che avrebbe ottenuto una cattedra universitaria in Brasile. Durante questo periodo studiò in maniera particolarmente brillante alcune questioni di fisica atomica, in pratica effettuò in maniera elegante dal punto di vista matematico una serie di calcoli su spettri luminosi di alcuni tipi di atomi. Studiò l’azione di un campo magnetico oscillante sopra gli spettri atomici scoprendo un effetto, chiamato ancor oggi effetto Majorana-Brossel. Un espansione di questi studi già prevista da Majorana è alla base delle tecniche ancor oggi usate per capovolgere lo spin di atomi e di neutroni con importanti applicazioni pratiche.
Lavorò inoltre sull’equazione di Dirac, cioè su un equazione che descrive particelle soggette sia alla Meccanica Quantistica sia alla Relatività e che descriveva particelle aventi una proprietà chiamata spin di valore ½; Majorana scrisse un equazione che generalizzando quella di Dirac descrive particelle con spin maggiore di ½ arbitrariamente alto, anche infinito. Nello stesso periodo, 1928-1933 Majorana scrisse anche una impressionante serie di note (i cosiddetti “Volumetti“) e di appunti (i “Quaderni“) che non pubblicò ma lasciò nella sua casa di famiglia e che nel 1965 la famiglia consegnò alla Domus galileiana. Si tratta di pagine manoscritte recentemente pubblicate in cui Majorana affronta un ingente quantità di questioni su numerosi campi della fisica e non solo. Vi si trovano lavori che spaziano dall’Ingegneria elettrica alla Matematica alla Fisica Atomica all’Astrofisica ed altro.
All’inizio del 1933 oltre ad ottenere la libera docenza ottenne una borsa di studio del CNR che gli permise di recarsi all’estero esattamente in Germania e in Danimarca. Qui strinse contatti con alcuni dei più famosi fisici a livello mondiale. Fu in questo periodo che studiò le forze all’interno del nucleo atomico elaborandone un modello basato su forze di scambio, chiamate da allora forze di Majorana, alternativo e più efficiente rispetto ad un altro formulato da Heisemberg il quale se ne complimentò e gli fece una vera propaganda decretandone la fama internazionale.
Ritornato in Italia, nel 1934 diminuì fortemente i suoi rapporti con l’esterno. Continuò a vivere a Roma con la madre ed i fratelli ma ridusse drasticamente i suoi rapporti con il Dipartimento di Fisica e non pubblicò alcunché per alcuni anni. Documenti recentemente scoperti mostrano comunque una certa attività tra cui una corrispondenza con lo zio Quirino intorno a misure fatte dallo zio che potevano evidenziare un nuovo tipo di effetto fotoelettrico. Usci dal suo isolamento solo all’inizio del 1937 quando, dovendo partecipare ad un concorso per una cattedra di Fisica Teorica, pubblicò un lavoro nel quale sviluppò un metodo alternativo rispetto a quello di Dirac per risolvere l’omonima equazione postulando l’esistenza dei cosiddetti “neutrini di Majorana“ ovvero particelle che seguono il principio di esclusione di Pauli non dotati di carica elettrica coincidenti con le loro antiparticelle. Questi neutrini, non ancora osservati sono ricercati e studiati ancor oggi.
In sintesi Majorana pubblico pochi lavori, appena dieci, ma affrontò e risolse in maniera originale alcune delle più importanti questioni che si siano presentate in tutto il secolo scorso nel campo della fisica fondamentale. Diventò professore ordinario di Fisica Teorica all’Università di Napoli nel 1937 senza fare il relativo esame perché, come risulta da documenti ufficiali, la commissione esaminatrice suggerì “di nominare Majorana come ordinario di Fisica teorica in un università del Regno d’Italia per alta e meritata fama indipendentemente dalle regole concorsuali”. Il suggerimento della commissione di esame fu accettato, prese servizio come docente ma dopo pochi mesi iniziò la storia che doveva renderlo ancora più famoso delle sue ricerche.
Il 25 Marzo 1938 Majorana spedì due lettere mostranti chiari propositi suicidi, o almeno propositi di scomparire, indirizzate alla famiglia e al Direttore del Dipartimento di Fisica prof. Carrelli. Nello stesso giorno prese il traghetto da Napoli a Palermo ma, qui giunto, scrisse un altra lettera al Direttore dicendo che non si era ucciso (parole esatte “il mare mi ha rifiutato“) ma che intendeva rinunciare in maniera definitiva all’insegnamento. Sembra, qui iniziano le ipotesi, che prese il traghetto per ritornare a Napoli. Di certo da quel momento è scomparso e non è mai stato più trovato alcun segno di lui.
Per la sua sparizione sono state fatte le ipotesi più varie; e volendo elencarle è bene suddividerle in quattro categorie.
Dato per scontato che nel marzo 1938 accade un fatto traumatico nella vita di Ettore questo fatto può essere stato o una morte o una non-morte e lo stesso fatto può essere accaduto secondo o contro la sua volontà.
Abbiamo quindi:
Una morte voluta cioè un suicidio. E’ l’ipotesi “classica“ sostenuta soprattutto da Amaldi e da Segre che presuppone un forte esaurimento nervoso
Una morta non voluta cioè un omicidio. E’ l’ipotesi sostenuta da Bartocci che presuppone una volontà di eliminare una persona di simpatie naziste che poteva aiutare la Germania di Hitler nel costruire la bomba atomica
Una non morte voluta cioè una fuga e qui ci sono delle sottoipotesi perché qualcuno sostiene che sia fuggito in Argentina (Recami, Artemi, Esposito ecc..) oppure in un convento (Sciascia) oppure a fare il mendicante (Bascone) oppure in Germania per fare l’atomica e successivamente in Argentina (Dragoni, Papi). Questa ipotesi presuppone una situazione di disagio simile a quella del protagonista del Fu Mattia Pascal di Pirandello e/o certe idee politiche
Una non morte non voluta cioè o un incidente oppure un rapimento. E’ l’ipotesi di Salvo Bella che presuppone uno scenario simile all’ipotesi dell’omicidio.
Esistono poi studiosi (Guerra, Zichichi, Maquejo ed altri) che hanno studiato o comunque scritto su Majorana senza prendere posizione sulla sua sparizione.
Di seguito si esporranno quelli che sono i punti deboli e i punti forti delle varie ipotesi tenendo conto anche di recenti e recentissime scoperte.
Suicido: E’ l’ipotesi che è stata sostenuta per decenni e si poggiava su un presunto carattere introverso con una insoddisfazione verso se stesso e verso gli altri. Questo carattere lo avrebbe portato ad isolarsi dal mondo per tutti gli anni dal 33 al 38. Questa ipotesi tuttavia si è scontrata con un sempre crescente numero di prove contrarie tra le quali
Il fatto che Majorana fosse scomparso portando con se il passaporto e un ingente quantità di denaro.
L’esame della calligrafia che ha rivelato un carattere molto equilibrato ed estroverso (scoperta fatta dal sottoscritto e anticipata parzialmente da Recami)
Il tono delle lettere ai familiari (scoperte e pubblicate da Recami e Dragoni) che non lasciano trapelare niente di assimilabile ad un suicida
Le testimonianze che lo danno in Argentina raccolte da Recami ed indagate e confermate dal sottoscritto e da Esposito
La scoperta che l’isolamento del 33-38 non fu affatto totale ma solo dal gruppo di Fermi. Ciò emerge da una serie di scoperte fatte da Recami, Guerra, Dragoni
Forse (ribadisco forse) da messaggi cifrati presenti nelle sue ultime lettere. Ciò è stato evidenziato dall’avv. Papi di Assisi e anche dal sottoscritto in una scoperta ancora da divulgare
Una strana lettera scritta da Gilberto Bernardini a Giovanni Gentile jr. in cui Bernardini affermava che una certa notizia riguardante Majorana lo aveva riempito di gioia (come si può gioire di fronte ad un suicidio?)
Fuga: chiaramente le stesse scoperte che smentiscono il suicidio accreditano una fuga. Questa eventualità fu presentata per la prima volta da Sciascia nel suo libro del 1973 che ipotizzava una fuga in un convento (data la sua forte fede) per non fare la bomba atomica. A parte le ingiuste posizioni antiscientifiche di Sciascia che inficiano questa visione c’è da dire che l’analisi grafologica condotta dal sottoscritto rivela un carattere estroverso che non si adatta alla vita in un convento. Studi condotti dal sottoscritto e da Dragoni mostrano che Majorana aveva le conoscenze che gli permettevano di rendersi conto che si poteva produrre una grande energia con le reazioni nucleari. Altri studiosi in precedenza lo avevano negato vedendo in Majorana soltanto un teorico ma il sottoscritto ha evidenziato nei suoi scritti solo recentemente pubblicati dei lavori che, se portati avanti con razionalità e logica, portano ad applicazioni pratiche utili ai militari che sono diverse rispetto ad un arma nucleare. da ciò è dalla corrispondenza tra lui e lo zio Quirino emerge una personalità che arrivava a studiare ed interpretare anche argomenti di tipo sperimentale – pratico. Per quanta riguarda l’ipotesi di una sua fuga in Germania per fare la bomba atomica per Hitler (seguita da una fuga in Argentina) magari suffragata da codice segreti trovati negli scritti di majorana c’è da dire che:
Un’attento esame politologico effettuato dal sottoscritto sulle sue lettere smentisce l’ipotesi di sue simpatie neonaziste, anzi evidenzia un atteggiamento non proprio amichevole nei confronti dei tedeschi
Indagini storiche sul programma nucleare tedesco ed in genere sulle armi segrete naziste hanno portato alla scoperta di un vasto programma articolato in sette gruppi di ricerca con tanto di nomi e cognomi delle persone coinvolte ma non è emerso nulla che possa essere ricondotto a Majorana.
E’ stata recentemente presentata ad alcuni giornali una foto scattata nel 1950 a Bueinos Aires di una persona che era accanto ad un criminale nazista che era in fuga. La foto mostra un volto con alcune misure simili a quello di Majorana ma uguaglianza di misure è stata constatata dall’autore anche in una foto che mostra due persone neanche imparentate tra loro
Dato un testo lungo giocando opportunamente con anagrammi e cose simili si può ricavare praticamente qualsiasi frase
La capacità di progettare un’arma non necessariamente porta alla volontà di realizzarla. Una frase della prima lezione tenuta a Napoli lascia capire che Majorana aveva ben chiare le prospettive “rivoluzionarie“ della Fisica Nucleare ma riteneva che essa dovesse essere rivolta a capire come è fatto l’Universo.
Per quanto riguarda l’ipotesi di una fuga per fare il mendicante ed esattamente il cosiddetto “omu cani“ un mendicante che visse fino al 1973 nei dintorni di Mazzara del Vallo le prove a favore sono piuttosto deboli e c’è una perizia calligrafica ordinata dall’allora procuratore di Marsala Paolo Borsellino che mostra differenze tra la calligrafia dell’omu cani e quella di Majorana.
Altre ipotesi: le altre ipotesi (fuga in Russia, rapimento non si sa bene da parte di chi, omicidio) eccetera sono o semplicemente delle supposizioni che non hanno appigli ben precisi o ricostruzioni che presuppongono uno scenario politico che non è quello risultante da documenti e da indagini storiche approfondite. basti pensare che esiste un documento in cui si parla di “attività antiitaliane“ legate alla sparizione di Majorana in cui potrebbe esercì una confusione tra Ettore e lo zio Quirino perché vi si parla di “esperto nel campo radio“ che è chiaramente quello delle radiocomunicazioni (in cui Quirino era veramente un esperto) e non quello nucleare.
Bibliografia
- Edoardo Amaldi, La Vita e l'Opera di E. Majorana, Roma, Accademia dei Lincei, 1966
- Carlo Artemi, Il Piano Majorana. Una fuga perfetta, Di Rocco Editore
- M. Baldo, R. Mignani e E. Recami. Catalogo dei manoscritti scientifici inediti di E. Majorana. In B. Preziosi (a cura di). Ettore Majorana. Lezioni all'Universita di Napoli. Napoli, Bibliopolis, 1987 *
- Umberto Bartocci La scomparsa di Ettore Majorana: un affare di stato?, Ed. Andromeda, Bologna, 1999
- Salvo Bella, Rivelazioni sulla scomparsa di uno scienziato: Ettore Majorana, Ed. Italia Letteraria, Milano, 1975
- Giorgio Dragoni, Ettore e Quirino Majorana tra fisica teorica e sperimentale, Edizioni SIF 2008
- S. Esposito, La cattedra vacante - Ettore Majorana, ingegno e misteri (Liguori; Napoli, 2009)
- Joao Maqueijo, A Brilliant Darkness: The Extraordinary Life and Disappearance of Ettore Majorana, the Troubled Genius of the Nuclear Age, 2009; ed. italiana: La particella mancante. Vita e mistero di Ettore Majorana, genio della Fisica, 2010, Rizzoli
- Lezioni inedite di Fisica Teorica, a cura di Salvatore Esposito ed Erasmo Recami, Zanichelli, 2006*
- I.Bascone, Tommaso l’omu cani amara e miserabile ipotesi sulla scomparsa di Ettore Majorana fisico siciliano al tempo del fascismo, ed. Ananke, 1999
- Leandro Castellani. Dossier Majorana. Milano, Fratelli Fabbri Editori, 1974 (ristampato nel 2008)
- Roberto Finzi. Ettore Majorana. Un'indagine storica, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2002
- F. Guerra and N. Robotti, Ettore Majorana: Aspects of his Scientific and Academic Activity, Edizioni della Scuola Normale di Pisa, 2008*
- Ignazio Licata. Majorana Centenary - Majorana Legacy in Contemporary Physics. Di Renzo Editore, 2006 *
- Erasmo Recami. Il Caso Majorana. Di Renzo Editore, 1987 (nuova ed. 2000)
- Bruno Russo. Ettore Majorana. Un giorno di marzo. Palermo, Flaccovio, 1997
- Leonardo Sciasca La scomparsa di Majorana. Einaudi, 1975
- www.wikipedia.org voce “Ettore Majorana“
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