Avere figli maschi è più semplice. “Le femmine le devi seguire, passo dopo passo. Dipende anche da quanto sono carine.” Così recita con una voce rotta dall’impotenza e dalla disperazione Nadia Tiezzi, attrice del “Piccolo teatro delle fontane” di Castel Viscardo, che il 25 novembre, presso il Vetrya Corporate Campus, è stata protagonista di un’intensa interpretazione di Niente, più niente al mondo, monologo teatrale ispirato al libro omonimo di Massimo Carlotto pubblicato nel 2004, che ha girato l’Italia in diversi allestimenti. Lo spettacolo è stato organizzato dall’Associazione Pier Luigi Leoni e patrocinato dalla Fondazione Luca & Katia Tomassini.
Alcuni studenti del Liceo Majorana di Orvieto hanno avuto l’opportunità di ascoltare il racconto di una quotidiana tragedia familiare che si dipana sullo sfondo della Torino dei quartieri operai, nei quali gli operai hanno lasciato lo spazio agli extracomunitari. La storia è narrata dalla madre di Sara, protagonista di una vita senza prospettive, fatta di disoccupazione e difficoltà a sbarcare il lunario.
Il 25 novembre si è celebrata la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato che "La violenza sulle donne non smette di essere emergenza pubblica e per questo la coscienza della gravità del fenomeno deve continuare a crescere. Le donne non cessano di essere oggetto di molestie, vittime di tragedie palesi e di soprusi taciuti perché consumati spesso dentro le famiglie o perpetrati da persone conosciute. Ogni donna deve sentire le istituzioni vicine."
L’attrice Nadia Tiezzi, nel ruolo della madre di Sara, ci racconta che, da bella ragazza quale era, sua figlia avrebbe potuto provare a farsi notare, partecipare a casting per il mondo dello spettacolo, anche solo per delle televendite, o almeno sposarsi un giovane benestante, invece che sprecare tempo in motorino a consegnare la posta per 500 euro al mese e buttarne la metà in edicola, per collane di oggetti da quattro soldi. La riflessione sull’oggettificazione del corpo femminile, da usare ed esporre, sminuendo le caratteristiche più essenziali di un essere umano - intelligenza, capacità, personalità - è più che evidente.
In occasione della presentazione dell’evento, Katia Sagrafena ha parlato ai ragazzi del nostro istituto invitandoli a studiare per rendersi più liberi e dicendo loro: “la differenza nella società la fate voi”. Alle ragazze ha sottolineato l’importanza di raggiungere l’indipendenza economica, che rappresenta un primo passo imprescindibile per poter affermare la propria indipendenza personale. Ai ragazzi ha ribadito che la violenza contro le donne è un problema della società nella sua interezza, e che nessun essere umano può prescindere dal fare propria questa causa. L’evento ha visto inoltre la partecipazione dell’associazione “Il volo” di San Lorenzo Nuovo, che da tempo porta avanti un laboratorio diurno per le autonomie sociali. Con un intervento toccante, una delle rappresentanti dell’associazione ha raccontato agli studenti la propria esperienza personale di soprusi e violenze subite.
La giornata del 25 novembre ha visto alcuni dei nostri studenti impegnati in una seconda iniziativa da non dimenticare: una maratona di lettura del libro Mia di Antonio Ferrara, edizione Settenove, presso la Libreria Giunti Punto di Orvieto. Nella gran parte dei casi sono le donne a raccontare episodi di violenza subita. In Mia, invece, Antonio Ferrara ha dato voce a Cesare, un ragazzo di 15 anni che all’interno della sua cella ricorda gli anni di fidanzamento con Stella facendo emergere la sua dannata gelosia, fino a confessare il tragico epilogo di una giovane vita. Arrestato con l’accusa di femminicidio, Cesare nella sua solitudine ricostruisce il periodo che ha preceduto quell’insano gesto.
L’irrequietezza di Cesare e la solarità di Stella, la sua passione per la scrittura e la lettura, la dedizione per lo studio, le amicizie sincere e genuine della ragazza come Lucia che sentiva in cuor suo che qualcosa sarebbe accaduto, non trovano mai fra loro un punto d’incontro. Cesare tentava di controllare tutto di Stella, perfino i suoi pensieri, mentre lei si ripeteva che “l’amore può essere soltanto libertà”.