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franco“Care ragazze,

ho incontrato tante di voi, in circostanze e luoghi diversi: nelle scuole, nelle università, nei partiti, nelle associazioni. Alcune entusiaste e consapevoli, altre sfiduciate, dal futuro incerto, rassegnate. Altre ancora desiderose di affermarsi, di superare ogni ostacolo pur di realizzare i propri progetti di vita”

 

E’per queste ragazze che Vittoria Franco e Maria Luisa Boccia portano avanti il proprio impegno, andando nelle scuole  per incontrare i giovani  e diffondere le idee del femminismo, per  far sì che i diritti acquisiti dalle donne non vengano persi. E’ da questo proposito che è nato l’incontro  nel nostro liceo, per stimolare le nuove generazioni ad una presa di coscienza, per ricordare che i diritti delle donne sono stati acquisiti grazie alle lotte a all’impegno del movimento femminista negli anni 60 e 70.pablo

Si è sentito il bisogno di ripensare e ricordare le lotte di quegli anni, nell’era delle veline e delle escort, in cui il corpo della donna è tornato ad essere considerato proprietà dell’uomo, a suo uso e consumo,  in cui il maschilismo pervade la società.  L’uomo ancora ha un ruolo egemone nelle istituzioni, come in tutta la storia della civiltà, perchè tutto il sistema giuridico è stato elaborato da lui per conseguire i propri scopi, la donna è stata sempre confinata nella sfera familiare, secondo il “sistema binario” pubblico-privato di Rousseau, il padre ispiratore delle democrazie moderne. Le Costituzioni degli stati occidentali sanciscono una parità di diritti a tutti gli individui, senza distinzione di genere, ma rimangono inattuati sul piano pratico. Come sostengono le autrici, i diritti del “neutro” (maschile)  sono inadatti alle esigenze del genere femminile, poiché formulati dagli uomini senza la partecipazione delle donne. Per questo è necessario che  “L’uomo e la donna divengano  cofondatori di un nuovo ordine sociale, la cui costruzione è impresa comune dei due generi, frutto dell‘alleanza fra due soggetti che godono allo stesso titolo dell’appartenenza all’universale, però in quanto generi che sanno della loro parzialità e non aspirano a essere il tutto.”

È  questo proposito che dà origine alle nuove teorie femministe sostenute da  V. Franco e M. L. Boccia, due donne che uniscono l’analisi storico-politica alla grinta di chi il ’68 lo ha vissuto personalmente, di chi ha lottato per la conquista dei diritti, e che ci ricordano che “Prima del 1946 le donne non godevano del diritto di voto; che prima del 1970 in Italia non era possibile divorziare, che prima del 1978 l’aborto era illegale e punito severamente; che fino al 1975, quando entrò in vigore il nuovo diritto di famiglia, la donna era una persona sotto tutela degli uomini, il padre il fratello, o il marito, e che non aveva neanche diritto all’eredità; che prima del 1995 la violenza sessuale era un delitto contro la morale e non contro la persona e che fino al 1981 l’uccisione della moglie era catalogata come delitto d’onore con sanzioni lievi, e così via.” e che la strada per il raggiungimento di una parità effettiva è ancora lunga e passa attraverso “la responsabilizzazione nei confronti del mondo comune” di tutti i cittadini.

Francesco Stella e Alessandro Volpi 4ST

Noi ragazze del 5° L2 del Liceo scientifico E. Majorana, dopo aver partecipato all’incontro, abbiamo potuto riflettere in modo più approfondito sul percorso attuato dalle donne per arrivare all’emancipazione.

bocciaCi siamo rese conto che le difficoltà, per acquisire i diritti che attualmente possediamo, sono state molte e che tuttora esistono discriminazioni nel mondo del lavoro e nelle istituzioni civili e politiche. Ci siamo soffermate particolarmente sul fatto che le donne, ispirandosi ai modelli proposti dai media, troppe volte sono portate all’apparire piuttosto che all’essere.

Siamo convinte, invece, che possono raggiungere i loro obiettivi attraverso l’intelligenza e la cultura, elementi che non svaniscono mai a differenza della bellezza esteriore, che è effimera.

Continueremo sicuramente il nostro percorso di donne libere, autonome e “cittadine”, cercando di impegnarci a mantenere vivi e validi i nostri diritti.

Vi ringraziamo per la vostra disponibilità e per aver messo a disposizione la vostra esperienza.

Ringraziamo inoltre il Preside, i docenti e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del dibattito.

Eva, Viola, Alessandra, Lisa, Elisa