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5 luglio 2024.

Sono già state dette e scritte molte belle parole su Tiziana la tuffatrice. Voglio dunque offrire il mio ricordo giusto con due immagini, che a lei piacevano, due fotografie prese in viaggio con gli studenti.

Nella prima eravamo in Andalusia con le quinte, nel 2012. Mi aveva detto che qui si sentiva bella. È in evidente armonia cromatica con l'ambiente, ma non è solo per quello. Non è sempre facile sentirsi belli, non è vero?

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Nella seconda eravamo in Cilento, al festival della filosofia in Magna Grecia con le quarte, nel 2018. Non è corrucciata, c'era un forte vento e il sole negli occhi. Proprio per questo le piaceva, c'è la forza primigenia degli elementi, in particolare quel mare magico di una terra antica, come sfondo a quello che qui sembra il pensiero in azione.

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Peppe

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TM cartaCara Tiziana, sono state pronunciate già tante parole, dagli studenti, dai colleghi, dagli amici, che poco potrei aggiungere ancora, ma scrivo per esprimere a nome di tutto il personale e di ciascuno che in qualche modo è passato al Majorana-Maitani, la gratitudine nei tuoi confronti per aver saputo incidere, ogni volta con visione, competenza e con tanta passione, nelle decisioni fondamentali per lo sviluppo della nostra scuola, la tua scuola.
Gratitudine per essere stata con tutti una collega, un’amica, attenta, garbata, affettuosa e sempre ironica. Ironia che ci consentiva di prendere le decisioni importanti con leggerezza ma mai con superficialità. Per la difesa della verità talvolta arrivavi a scontrarti con i colleghi con tenacia e passione, mai con rancore. Anzi, la passione che investivi nelle discussioni era proprio testimonianza del rispetto e dell’affetto che nutrivi per le persone con le quali amavi confrontarti.

Scrivo per far capire a Marco e ad Edoardo che tuoi i ritardi nel tornare a casa da scuola e i tuoi mille impegni per la scuola avevano una ragione, la ragione è presente al tuo funerale, la percepiamo nelle parole e negli sguardi di tutti noi. E’ l’amore per il tuo lavoro, altra cosa dall’amore per i tuoi cari, ma che si è perfettamente integrato in esso diventando un tutt’uno con la tua persona.
Ma, al di là dei ruoli, scrivo per salutare una carissima amica. Tu che per tanti di noi sei stata perno intorno al quale gravitare. Ci sei sempre stata nei momenti brutti e in quelli belli. Il tuo supporto incondizionato nel mio percorso di formazione per diventare dirigente è stato forte e determinante. Sarà sempre vivo in me il ricordo della tua telefonata la mattina del giorno in cui ho sostenuto il colloquio del concorso. Mentre ero nell’ansia più totale tu sapesti infondermi una tale forza e autostima tanto da mandarmi all’esame convinta di riuscire.
Cara amica, grazie per averci permesso di entrare nella tua vita, ci manchi già tanto ma sono certa che continueremo a sentirti perché la tua forza prorompente, la tua visione, la tua generosità, la tua intraprendenza, il tuo animo combattente non potranno svanirsi come neve al sole. Resteranno invece come esempio per noi tutti e per gli studenti che verranno. Il raccolto delle tue semine inizia ora e non disperderemo neanche un granello.

Lorella Monichini

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Con profondo dolore e immensa tristezza, annunciamo che stanotte ci ha lasciati Tiziana Mari, amata professoressa del Liceo Ettore Majorana di Orvieto e carissima amica del Festival della Filosofia in Magna Grecia. Desideriamo ricordare Tiziana non solo per il suo straordinario contributo al Festival, ma anche per l'amicizia sincera e il sostegno incondizionato che ci ha sempre offerto. La sua presenza luminosa e il suo spirito indomito continueranno a vivere nei nostri cuori e nei ricordi di tutti coloro che l'hanno conosciuta.
Con affetto e gratitudine,
Il Festival della Filosofia in Magna Grecia

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Oggi Tiziana porto al collo il Tuffatore, come quello che hai tu. Non avevo mai pensato prima a quanto questa immagine, che ti piaceva tanto, parli di te: tu sei una tuffatrice, coraggiosa, vibrante, vitale nello slancio, ma anche precisa e misurata nella postura perché in ogni cosa che fai sai unire il brivido del salto e la sicurezza dell’esecuzione. E il tuo non è mai stato un tuffo solitario, non ti interessava l’esibizione, ma la condivisione. Sapevi scovarci, noi colleghi e i tuoi studenti nell’ angolino comodo dove ci eravamo rifugiati e sapevi convincerci a tuffarci insieme a te. Ti chiamavo scherzosamente “la nostra Rosa Luxemburg” perché eri capace come nessun altro di unire passione e immaginazione per dipingere il futuro. Mentre molti di noi di fronte alle sfide di questo mondo complesso si rifugiavano nella disillusione tu avevi la sfrontatezza di costruire utopie. I tuoi occhi di acciaio hanno saputo guidare i tuoi studenti non verso risposte facili e certezze, il tuo compito non è mai stato quello di rassicurare, hai invece saputo spingere i tuoi ragazzi a indagare l’ignoto, a porsi domande senza la certezza di arrivare alle risposte come il pastore che interroga la una in mezzo alle steppe. Ma soprattutto hai insegnato loro che quello che pensano, desiderano e sognano è importante, a te importava e questo era già tutto.
Non posso nemmeno provare a dire quanto ci mancherà la tua intelligenza, la tua forza, la tua ironia, ma ti prometto che la tua non sarà un’assenza, continuerò, continueremo a rispondere a quella tua telefonata intorno al 20 di giugno: “Ragazze, dobbiamo incontrarci per progettare!”

Valeria

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Appresa la brutta notizia arrivata ieri in mattinata, il sentimento comune tra di noi è stato un senso di vuoto, di spaesamento. È difficile parlare di lei al passato e senza lacrime agli occhi, perché sentiamo ancora viva la sua voce e la sua presenza. È difficile parlare di lei al passato perché quello che è stata e quello che ha fatto vive ancora con noi oggi e così sarà per sempre. Trovare un modo per descriverlo non è così facile. Per poterlo meglio riassumere, potremmo dire che la professoressa Mari è stata una mentore più che un’insegnante. Sì è sempre distinta per essere un’anima colma di curiosità, una mente che ha acceso fiamme di pensiero. Con i suoi abiti colorati e sempre diversi, la sua forza, il suo carisma, la sua energia, la sua eleganza, l’entusiasmo con il quale ci caricava ogni giorno, e con una passione che si era in grado di cogliere in ogni sua parola, vederla entrare in classe era come aprire le tende in una stanza rimasta al buio per un po' di tempo. Già dalle prime lezioni si intuiva che sarebbe stata diversa, anzi, speciale, con le sue domande e affermazioni assurde in grado di stravolgere completamente l’idea che si ha del mondo ma anche di trovare ragione e ordine nel caos. Se dovessimo scegliere una parola per descriverla, sarebbe sicuramente "thauma", non solo perché ce l’ha insegnata lei ma perché ce l’ha fatta vivere in prima persona con il suo modo di affrontare la vita, con uno stupore incantato e sempre guidata dalla ricerca della conoscenza e dall'amore per la filosofia. Ma quello che ci ha insegnato va ben oltre la storia e la filosofia.

Ha molto più a che fare con le persone che siamo diventate, con le ore passate lontani dai banchi coinvolti in mille progetti e nuove sfide di cui ci ha reso partecipi, sempre pronta a darci un consiglio o una parola di incoraggiamento. Una persona su cui poter sempre contare, non solo a scuola, ma anche fuori. Ha sempre mostrato empatia e amicizia nei nostri confronti. Riusciva a cogliere qualità nelle persone che nessun altro vedeva. Credeva in te ancora prima che tu ci credessi, e proprio per questo ha sempre avuto un intuito speciale nel proporre a tutti noi esperienze formative meravigliose, per le quali le saremo per sempre grati. Con la consapevolezza che finché ha potuto ha dato tutto per i suoi studenti, tutte le sue conoscenze, tutta la sua esperienza, tutta la sua umanità. Ci siamo resi conto che se in futuro saremo in grado di stare al mondo, di relazionarci e confrontarci con la società e le sfide che questa ci porrà di fronte, è grazie a lei. Perché lei ci ha donato la capacità di mettersi in gioco, ci ha trasmesso la voglia di fare. Ci ha dotato di pensiero critico, ci ha insegnato ad aprire gli occhi, a pensare in maniera logica. Ci ha spinto a prendere una posizione attraverso giocosi dibattiti, per capire come si gioca nella vita reale. Perché in pochi sanno ispirare tanto quanto lei, in pochi sanno lasciare il segno nella vita di studenti e adolescenti che crescono e maturano. Niente potrà mai cancellare l’impronta che lei ha lasciato in noi. Tutto l’affetto che ci ha trasmesso ogni giorno, in ogni sorriso, in ogni rimprovero, non verrà mai dimenticato. La nostra presenza, tramite queste parole, è per celebrare ogni passo che ha compiuto al nostro fianco.

Vorremmo poterle dire grazie. Grazie per averci insegnato le cose considerate più semplici come osservare, ascoltare e soprattutto parlare, o come avrebbe detto lei, dialogare. Grazie per averci insegnato ad apprezzare il valore dei nostri pensieri e delle nostre capacità, la sua fiducia ci ha reso sicuri di noi stessi. Grazie per tutte le opportunità che ci ha dato, e per essere sempre stata dalla nostra parte, nonostante tutto. Grazie per non aver mai mollato su nessuno di noi, di aver insistito anche quando ci vedeva a terra, grazie di averci afferrato e portati al sicuro sotto la sua ala. Grazie perché in un mondo che va sempre di corsa, ci ha donato il più grande dei regali: lo stimolo a ritagliarci del tempo prezioso per la riflessione, lo spazio per far nascere le idee. Grazie per tutte le giornate che ha passato a lavorare a ciò in cui credeva, per tutte le volte che i suoi occhi si sono riempiti di orgoglio vedendoci pronunciare discorsi da un podio, per ogni poesia che ci ha dedicato a 100 giorni dall’esame e per tutte le altre che avrebbe voluto dedicarci, per tutte quelle volte che è stato necessario mandarle un messaggio una volta finita la scuola per ringraziarla del suo lavoro, per tutte quelle volte che ci ha spinto a guardare il mondo con occhi nuovi, a cercare il sapere con tenacia e a non smettere mai di interrogarci, per tutte quelle volte in cui è stato un piacere averla come insegnante, per tutte quelle volte oggi siamo qui, con il cuore, volendo soltanto poterle dire, semplicemente, grazie. Una volta, durante un rimprovero, usò un termine che per giorni è risuonato goliardicamente nella nostra testa, senza un perché e, oggi, sta tristemente prendendo forma. Tutto ciò che vorremmo dirle ora è che forse lei non lo sa, ma sicuramente se n'è andata "strombazzando", proprio come disse a noi. Perché qua, guardandoci intorno, guardando quello che dicono le persone di lei, la sua voce sta risuonando in un'eco inconfondibile. La continueremo a sentire nelle aule e nei corridoi della nostra scuola. Un po’ per abitudine, un po’ perché non potremmo farne a meno, lei rimarrà ovunque, in ogni posto che ha vissuto. Cresceremo portando il suo ricordo stretto al cuore, cercando di essere all’altezza della ricchezza che lei ha donato alle nostre vite, ricercando la bellezza, proprio come ci ha insegnato, in questa stanza che ora, grazie a lei, non è più così buia.

Con affetto e con gratitudine, I suoi studenti

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Ti immaginiamo così, seduta nell'alto dei cieli, mentre osservi da lassù questo mondo sconquassato che tanto ti piaceva e ti appassionava. Un mondo che cercavi sempre di risolvere, anche quando la situazione si faceva intrigata. Le nostre vite si sono intrecciate in modo indissolubile e in te abbiamo trovato un porto sicuro, anche quando la nostra bussola andava impazzita all'avventura e il calcolo dei dadi non tornava più.
Quante ore abbiamo passato insieme, in 01, in vicepresidenza e anche su meet, non esisteva un tempo definito sabati, domeniche intere a discutere, a risolvere problemi, a immaginare mondi futuri. C'è un filo che s'addipana, e noi ne teniamo stretto un capo. Ti immaginiamo così, con lo sguardo sempre fisso all'orizzonte. Ora sei andata a far parte di quell'orizzonte, là dove noi continueremo a guardare, dove ti cercheremo quando avremo bisogno di te. "Il varco è qui?", si domandava Montale: "Ripullula il frangente ancora sulla balza che scoscende...". Noi non sappiamo chi va e chi resta. Il tuo guizzo risplende e ci guida in questo viaggio chiamato vita. Ci hai insegnato che molto è nelle nostre mani e con responsabilità non possiamo continuare a rinviare le decisioni alimentando sfiducia nelle nostre comunità. Ci hai insegnato a essere coraggiose per affrontare le sfide del cambiamento. Il tuo spirito e la tua tenacia rimarranno per sempre un esempio per noi. Continueremo a portare avanti i nostri progetti con la passione e la determinazione che ci hai insegnato.
Con affetto e gratitudine,
le tue pupille

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Ieri mattina la terribile notizia della dipartita di Tiziana Mari mi ha lasciato attonita, profondamente addolorata. Ho avuto la fortuna di conoscerLa nella mia permanenza ad Orvieto, io dirigente neoassunta dell'Istituto, Lei PILASTRO PORTANTE della scuola, LA STORIA DEL MAJORANA-MAITANI. Non riesco a trovare le parole per descrivere la mia gratitudine per l'aiuto costante, la gentilezza e i consigli che puntualmente mi ha dato. Un rapporto professionale e non solo, durato anche dopo la mia parentesi orvietana. Non ci vedevamo, ma ci mandavano tanti messaggi. Purtroppo non riuscirò più ad incontrarti di persona, ti incontrerò spesso nel mio cuore, nel ricordo che tu lasci per lo spessore umano, le capacità professionali, sopratutto, la tua raffinata cultura.
Ciao Tiziana, che la terra ti sia lieve. Alla famiglia e a voi tutti del Majorana-Maitani le mie condoglianze commosse e sentite.

Carmela Rita Vessella

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Cara Professoressa, Cara Tiziana, Ti porto un saluto da lontano, un abbraccio pieno di calore che spero tu possa sentire. Vita, Morte e Amore. Penso a queste tre parole e mi risuonano in mente alcune parole scritte da una grande autrice, Bell Hooks, quando parla di morte:

“Amare ci consente di trasformare il culto della morte in una celebrazione della vita [...] L’amore ci dà la forza di vivere pienamente e di morire bene. La morte diventa, allora, non la conclusione della vita ma una parte del vivere.”

Noi tutti e tutte ti abbiamo vista celebrare la vita, che era l'entusiasmo che mettevi quotidianamente nel tuo insegnamento che andava oltre qualsiasi cattedra e libro. Quell’andare oltre e scavare dentro i tuoi alunni che volevi ascoltare sempre, permettendo uno scambio alla pari. Tu cercavi e volevi altro, hai sempre voluto donarci genuinamente l’amore per le idee e per il pensiero critico, per l’ascolto e per il dibattito, per la tolleranza e per le connessioni tra esseri umani pensanti che esistono e che resistono. Anche nella malattia sei rimasta messaggera d’amore, portatrice di una fiamma inestinguibile: la fiducia in noi, nei più giovani, nei tuoi studenti e studentesse, che hai sempre detto essere la tua forza. Beh, sappi che sei stata un grande faro in un mare più che tormentato, pieno di pericoli e ostacoli. Il tuo carisma, la tua purezza e la tua spontaneità ci hanno dato la forza di credere nell’educazione. Sei stata Ispirazione. Celebrando quotidianamente la vita ci hai lasciato una parte di te molto preziosa. Hai seminato nelle persone che hanno avuto la fortuna di conoscerti, un seme di cui ci prenderemo cura affinché possa rimanere vivo, promesso; così terremo vivi i tuoi insegnamenti e i ricordi che abbiamo con te e di te. È grazie a te che ho avuto il privilegio di conoscere delle realtà come il Parlamento Europeo dei Giovani; è grazie a te che ho visto i miei coetanei vivere un dibattito democratico con gioia e voglia di mettersi in gioco. Te l’ho detto, sei stata una grande fonte d’ispirazione. Conserveremo gelosamente un bellissimo ricordo di te, un ricordo fatto di forza, determinazione e coraggio. Per questo ti ringrazio e ti auguro Buon viaggio. Ciao, Tiziana.

Mathias

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Era il primo anno che insegnavi: ti ho conosciuta così, il tuo primo anno di insegnamento. Sei entrata in classe e ti sei presentata stringendo le mani a tutti noi, uno per uno. Da quel momento non ho avuto scelta: così come si sono strette le mani, così i nostri cuori, 34 anni fa. Ogni volta che entro in una nuova classe faccio la stessa cosa, faccio come te Tizià, stringo le mani e guardo negli occhi. Forse per qualcuno potrò essere lo stesso sostegno che sei stata, che sei tu per me. Da quella stretta di mano non mi hai più lasciata. È questa l’immagine di te che contiene tutte le altre, tante! Tu che mi tendi la mano, sempre, da vicino e da lontano. Tu, che ci sei stata sempre, che ci sei sempre. Ti voglio tanto, tanto, tanto bene, ma questo lo sai già. E se solo ho potuto darti anche solo un poco di quello che tu hai dato a me, davvero tanto ne sono felice. GRAZIE Tiziana.

La tua claudietta

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Se ne è andata una delle insegnanti che aveva veramente a cuore il proprio lavoro e teneva molto ai propri studenti. La cosa era ben visibile. È riuscita a rendere la filosofia "divertente". È riuscita a far immedesimare gli studenti in ogni filosofo spiegasse. Credeva fermamente nel dialogo come strumento di mediazione. E lei in ciò che credeva metteva tutto il suo impegno e la sua dedizione. Metteva impegno e dedizione nei tanti dibattiti che ci ha fatto fare in classe, nei testi che ci ha fatto leggere, quelli del suo "maestro", perché così lo chiamava lei, Socrate. Ha messo tanto impegno e dedizione nel SUO laboratorio, il progetto A.G.O.RA'. Perché questo progetto non può essere tale senza la professoressa che ci ha dedicato anima e corpo. Adesso la immagino a fare i suoi dibattiti a fianco del suo "maestro", quasi ammaliata dalla sua saggezza che tanto ammirava. Una volta, durante uno dei numerosi dibattiti di classe, la professoressa ci ha detto che, ovviamente, tifava per i "socratisti", che sostenevano che una persona è malvagia poiché non ha mai conosciuto il bene. Se l'avesse conosciuto, non avrebbe potuto essere malvagia." Ebbene, aggiungo io, nessuno che abbia anche solo conosciuto la professoressa Mari per un lasso di tempo minuscolo può essere malvagio.

Giorgio Aielli