Ogni anno scolastico inizia carico di aspettative e curiosità e, una volta concluso, lascia un segno, un ricordo che resta particolarmente impresso: forse in questo terzo liceo, uno dei fili conduttori più significativi sono stati Dante e la lettura della Commedia. Dante è un uomo geniale che rappresenta in tutto il mondo “il bel paese”, come lo ha definito lui stesso. A pensarci bene è pure l’unico poeta che conosciamo e chiamiamo per nome, quasi a indicare il coinvolgimento e la “relazione” che scaturiscono dalla lettura delle sue opere.
Nella Commedia, infatti, ci possiamo riconoscere tutti, anche dopo 700 anni dalla morte di Dante, poiché i temi di cui tratta sono attuali e i personaggi che descrive ci assomigliano molto da vicino. Secondo me Dante, prima di essere un poeta, è un uomo moderno e coraggioso. Coraggioso perché ha abbandonato il latino ed è stato capace di inventare una lingua nuova, più comprensibile ma al contempo ricchissima, con la quale riesce a parlare con chiarezza sia di questioni filosofiche o teologiche sia di belle donne, ma anche a rivolgere invettive e battute polemiche contro i suoi nemici, dando a tutto una concretezza tangibile.
È coraggioso soprattutto perché nella sua opera ha mandato all’Inferno tutti coloro che riteneva essersi macchiati di peccato, ma ha anche mostrato la sua indifferenza verso coloro che non sono capaci di schierarsi. È coraggioso perché ha buttato all'aria le gerarchie, non si è fatto scrupoli nel porre nell'Inferno personaggi illustri del suo tempo, senza paura di essere giudicato né delle conseguenze che gli sarebbero derivate dall'esprimere il proprio pensiero.
I versi della prima cantica ci hanno accompagnato in classe, ogni martedì, con i loro latinismi, le loro figure retoriche, le invettive, i momenti di turbamento e di paura con cui Dante vive e racconta il suo viaggio. In occasione del Dante dì abbiamo voluto rendere omaggio a questo grande poeta in due momenti diversi: la mattina del 26 marzo 2024, alcuni di noi hanno preso parte all’evento dal titolo Libertà va cercando, promosso da UNITRE di Orvieto e coordinato dal professor Riccardo Cambri, tenutosi presso la Sala dei Quattrocento del Palazzo del Popolo. Tema centrale dell’incontro è stata proprio la libertà, valore fondante della storia dell’uomo, quanto mai ricercato e dibattuto ancora oggi.
Avete mai immaginato l’amore di Dante per Beatrice ambientato nell'epoca dei social media e della musica house? Beh, noi sì, grazie al Dottor Alberto Romizi che, con il suo intervento poetico-satirico Lo Metaverso, ha proiettato la figura di Dante in questo “moderno labirinto’’, rivelando quanto questo possa essere una trappola addirittura peggiore della “selva oscura’’. Ancora con i sorrisi stampati sul volto, siamo stati poi catapultati direttamente nella seconda cantica del capolavoro dantesco, il Purgatorio, grazie all’intervento della Professoressa Fioralba Salani che ha presentato la figura del grande modello di libertà offerto da Dante: Catone Uticense che, pagano e suicida, viene preso dal poeta come modello di massima virtù. Sarà proprio la solidità dei suoi ideali a consentirgli di salvarsi dalla dannazione eterna.
La figura di Dante come "Cercatore di Libertà" è stata approfondita dal professor Franco Raimondo Barbabella. L’accostamento tra personaggi storici e danteschi e i numerosi riferimenti filosofici, da Sant’Agostino fino a Hegel, ha fatto emergere il ruolo centrale della libertà lungo tutto l’arco della storia umana. Infine, interessante è stato l’intervento del professor Donato Catamo che, alla domanda ‘“Libertà terrena o libertà spirituale?’’, ha risposto proponendo un percorso parallelo tra l’arte di Raffaello e l’opera del Sommo Poeta.
Il 9 aprile, invece, da spettatori siamo diventati protagonisti, costruendo con i nostri insegnanti una performance fatta di recitazione, canto e danza che abbiamo intitolato In fuga dall’Inferno … non solo false promesse. Abbiamo immaginato che fosse Dante stesso a guidarci in questo itinerario di ascesa dall’inferno della nostra quotidianità, spesso segnata da solitudine ed egoismi, attraverso il purgatorio della crescita e della consapevolezza di sé, fino al Paradiso dell’autenticità e dell’apertura all’altro. Un ruolo fondamentale è stato svolto dal Coro d’Istituto, i cui brani hanno fatto da intermezzo alla declamazione dei versi scelti dalle tre cantiche. Per noi, tutti studenti di varie classi terze, questo è stato un modo per fare esperienza di tante cose: collaborazione in gruppo, occasione per mettersi in gioco,e soprattutto per essere compagni di Dante nel suo viaggio di crescita verso la consapevolezza di sé e del mondo, viaggio che è diventato un po’ anche il nostro.