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Medea2Mercoledì 22 maggio si è tenuta nella nostra scuola una rappresentazione teatrale di una rivisitazione del mito di Medea, messa in scena da una piccola compagnia di quattro giovani ragazzi. Per tutta la durata dello spettacolo, circa un’ora e mezza, non si poteva far altro che guardare per scoprire come sarebbe continuata la storia, anche se ne eravamo già a conoscenza.

medea3Gli attori sono stati in grado di creare un'atmosfera che ci tenesse attenti e partecipi senza neanche un momento noioso. Sia dai loro racconti che dal copione e dalla scelta della scrittura dei personaggi si capisce l’enorme e preciso lavoro che c’è stato dietro. Hanno fatto ricerche sulle varie versioni del mito dalla versione di Euripide che raffigura Medea come una donna sfortunata, distrutta dal dolore del tradimento di Giasone rappresentato come un uomo che pensa solo a se stesso. In Euripide si prova compassione per Medea, si comprende la sua sventura. Nella versione di Seneca, invece, Medea viene rappresentata come una folle, matta,quasi “soddisfatta” di aver ucciso i propri figli, una donna  il cui unico obiettivo è solamente la vendetta.

Giasone invece è rappresentato come un uomo buono. Qui è impossibile comprendere e immedesimarsi in Medea in quanto è descritta solo come una persona matta e crudele. La tragedia narra di una donna assai emotiva e passionale che, tradendo suo padre e la sua città, aveva aiutato il compagno Giasone a conquistare il vello d’oro. Per seguire l’amore, si era trasferita poi a Corinto con i due figli e il marito. Quest’ultimo, però, pochi anni dopo, la ripudiò per la figlia di Creonte, re della città, sperando di guadagnarsi il diritto di successione al trono. 

euripideL’esibizione in aula magna è iniziata proprio in questo momento della vicenda: Medea piomba improvvisamente nella stanza ed inizia a lamentarsi con furia e disperazione dell’inaccettabile tradimento di Giasone, scagliando maledizioni verso la casa reale. A questo punto entra in scena Creonte che, temendo la  vendetta, intima a Medea di lasciare la città. La donna riesce, fingendosi disperata, a restare un altro giorno a Corinto. Ciò le permette di incontrare il marito a cui parla sfacciatamente, rimproverandolo per la sua codardia e per la sua mancanza di riconoscenza nei confronti della donna che ha fatto di tutto per lui. 

Gli attori hanno cercato di sottolineare proprio questo aspetto di Giasone: l’uomo, considerato dal coro un grande eroe, non aveva fatto altro che prendersi i meriti delle azioni coraggiose della sua compagna. Ci è stata  presentata una Medea che ha le caratteristiche sia della protagonista della tragedia  di Seneca che di quella  di Euripide, una donna che a causa dell’enorme dolore provato arriva ad impazzire compiendo un gesto disumano per poi pentirsene subito dopo, un personaggio umano sotto tutti gli aspetti, che nella sua follia è comprensibile, un personaggio con cui si può empatizzare. 

Un altro aspetto evidenziato dalla piccola compagnia teatrale, che di certo ha colpito il pubblico, è la pluripersonalità del personaggio di Medea. La donna è allo stesso tempo vittima dell’abbandono del marito e colpevole di omicidio e figlicidio. Infatti, lo spettacolo termina con la vendetta di Medea che, fingendosi rassegnata, dona alla futura sposa di Giasone una veste, ma quest’ultima si scopre maledetta. La ragazza infatti, indossato il dono, prende fuoco e suo padre Creonte, per cercare di aiutarla, fa la sua stessa fine. La vendetta di Medea non si è ancora conclusa: l’attrice scende le scale dell’aula magna ricoperta di sangue e piangendo spiega a Giasone, accasciato a terra ed incapace di muoversi o dire alcunché, di aver ucciso con le sue stesse mani i loro figli. Si osserva così ancora una volta la continua lotta tra passioni feroci ed incontrollabili e la lucida razionalità in Medea. 

medeagiasone1La protagonista risulta infine vincitrice. Difatti il popolo, che ora si ritrova senza re, la acclama come nuova guida. La sua mostruosità, ha portato la donna a risultare così impavida e coraggiosa da sembrare una divinità. Medea, con la sua ferocia, ha quindi le caratteristiche ideali di una regina.  Giasone invece è rappresentato come un uomo che pensa sì al suo bene, a trovarsi un posto agiato nella società, ma non lo fa con crudeltà come in Euripide, nei suoi pensieri c’è sempre il desiderio di donare una vita perfetta alla sua amata Medea e ai suoi amati figli.

Con le entrate a sorpresa da porte secondarie, con il trucco estremamente realistico, con pianti e urla, gli attori sono riusciti a sollecitare la curiosità del pubblico. Alcuni di noi  si sono anche fermati, una volta terminato lo spettacolo, ad interrogare gli attori con i loro dubbi e idee, aprendo così un dibattito sui vari personaggi della tragedia.

Oltre al minuzioso lavoro di ricerca e studio del mito bisogna parlare della bravura di questi attori. Per tutta la durata dello spettacolo sono riusciti a trasmettere il grande amore che provano per questo grande mondo che è il teatro, non è una cosa scontata, molti attori seppur recitando bene non trasmettono questo sentimento di coinvolgimento e passione come sono riusciti a fare loro.

 

Alice e Sofia, classe 3S2