In occasione del centenario della nascita di Pier paolo Pasolini, celebrato nel 2022, le classi quinte del nostro Istituto hanno partecipato ad un ricordo dell’autore scritto e interpretato dall’attore e giornalista orvietano Guido Barlozzetti. La sala completamente buia, illuminata da un occhio di bue sull’attore, crea subito una certa suspance e una sensazione di attesa che invitano al silenzio. E infatti ascoltiamo con grande attenzione e coinvolgimento per oltre un’ora la conferenza di Barlozzetti che ripercorre in quattro atti la vicenda biografica e culturale di Pasolini.
Le sue parole sono accompagnate da foto e contributi multimediali curati da Massimo Achilli, che rivelano la maggiore musa ispiratrice della produzione letteraria e cinematografica di Pasolini: Roma, la Roma in cui egli si trasferì da giovane con sua madre, in fuga da una realtà di provincia, quella friulana, che gli stava troppo stretta e che non aveva saputo capire il suo tormento. La Roma delle borgate, delle periferie, popolate di spiantati che vivono alla giornata, di espedienti, di gente in cui Pasolini ritrova quell’energia vitale che, altrove, il consumismo aveva soffocato. La Roma dove vive - in condizioni economiche molto precarie nei primi anni-e dove cerca di dare espressione alla propria identità più profonda, quella di poeta.
Ecco alcuni versi attraverso i quali descrive la propria esistenza di quegli anni:
Povero come un gatto del Colosseo,
vivevo in una borgata tutta calce
e polverone, lontano dalla città
e dalla campagna, stretto ogni giorno
in un autobus rantolante:
e ogni andata, ogni ritorno
era un calvario di sudore e di ansie…
(Da Il pianto della scavatrice)
Il passaggio che ci colpisce di più è quello che riguarda il concetto di “mutazione antropologica”, determinata dalla fine della civiltà contadina, preindustriale, cui subentra un’umanità omologata e corrotta dal nuovo sistema capitalistico; un passaggio di cui lo scrittore è testimone in tante sue opere. Barlozzetti sottolinea con grande forza l’energia e la determinazione con cui Pasolini ha sostenuto questa sua visione , nonché il coraggio con cui ha vissuto fino in fondo un’esistenza scandalosa, fuori dagli schemi, quasi ostentando ad esempio la propria omosessualità e, in ogni circostanza, l’appartenenza ad un’umanità lontana dalle convenzioni comuni.
Tra immagini e parole, viene ripercorsa la storia di un grande personaggio dell’Italia del secondo dopoguerra, un intellettuale completo, ora poeta, ora narratore, giornalista, sceneggiatore, regista e anche attore.
Un altro momento suggestivo è quello che ritrae Pasolini nel Cimitero Acattolico di Roma, assorto davanti alla tomba di Antonio Gramsci, episodio da cui nascerà nel 1957 un poemetto, Le ceneri di Gramsci, appunto, che è il tentativo estremo di trovare una conciliazione tra le sue contraddizioni più profonde, tra autoanalisi e analisi sociale, tra pubblico e privato, tra il suo impegno politico e la forte spinta all’omosessualità.
All’alba del 2 novembre 1975, il corpo di Pasolini viene ritrovato senza vita e orribilmente massacrato all’idroscalo di Ostia: un omicidio su cui ancora non si è fatta piena luce, una morte tragica che lo ha trasformato in un mito, perché vittima di quel contesto degradato e corrotto contro il quale aveva rivolto la propria protesta, cui aveva contrapposto l’energia integra e pura, la verginità della vita delle classi sociali più basse.
Un intellettuale che Barlozzetti ama definire “ultimo pirata, perché nessuno, dopo di lui, ha avuto il coraggio, la forza e l’intensità della sua voce, fino al nichilismo finale. Un’esperienza scandalosa capace di entrare nel corpo vivo di sè stesso e di una società di cui visse la trasformazione profonda, dal vagheggiato mondo contadino e dei giovani delle borgate al conformismo indotto dal nuovo, totalitario, potere dei consumi".
Il caso di un intellettuale che parla ancora oggi a noi giovani, che parla del nostro mondo, del ruolo dei mezzi di comunicazione, della scuola e della sua funzione e, ancora una volta, ci sprona con un’incredibile forza, a conoscere, a pensare, a riflettere, ad essere noi stessi fino in fondo. A crescere.
La classe 5SA1