“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” (Primo Levi).
Resta ancora difficile guardare indietro e raccontare. Di fronte all’immane tragedia, non ci è dato comprendere, l’unico strumento per reagire al dramma è far sì che questo non possa mai più ripetersi.
Ciò che è giusto fare è conoscere, ricordare e ascoltare, ma se quanto ricordato nella Giornata della Memoria resta soltanto un dato storico, confinato al particolare momento della lezione da ripetere all’insegnante, e non diventa capacità di cogliere i segnali del male e denunciarli ovunque s’annidino, perde qualsiasi valore educativo e manca l’obiettivo fondamentale: quello di dirigere i giovani verso il bene.
Il 27 gennaio la classe 5S2 del Liceo Scientifico e le due Quinte del Liceo Classico hanno partecipato all’evento, mostra e conferenza, “Catalogna Bombardata” organizzato nella Sala Consiliare del Comune di Orvieto. A trattare gli argomenti dell’incontro sono intervenute autorevoli personalità come Luca Bellizzi Cerri, delegato del Governo Catalano in Italia, Mario Tempesta, Presidente A.N.P.P.I.A. Nazionale, lo storico prof.Franco Giustinelli, Mirko Pacioni, dell’Associazione Centro di documentazione popolare di Orvieto, e Doriano Maglione del centro Filippo Buonarroti di Milano. Gli ospiti si sono succeduti in una serie di interessanti interventi, ciascuno trattando l'argomento da una diversa prospettiva, in base alle proprie competenze o ambiti di ricerca, disegnando un quadro completo e approfondito dei difficili anni della guerra civile spagnola e del primo bombardamento della storia su popolazioni inermi.
Dalle loro parole è emerso come sia stato ritenuto necessario dedicare questa giornata ad uno dei periodi più bui e meno conosciuti del 900: la guerra di Spagna e, nello specifico, la commemorazione degli 80 anni dal bombardamento della Catalogna. Nel luglio del 1936 il golpe militare dei nazionalisti guidati da Franco provocò lo scoppio di una drammatica guerra civile che sarebbe durata fino alla primavera del ’39. Il conflitto fu caratterizzato da un’ inarrestabile violenza che si scatenò da entrambi i fronti, popolare e nazionalista. Protagonista fu l’aviazione militare nazi-fascista che, con l’intento di demoralizzare i repubblicani e isolare le loro vie di comunicazione, sganciò bombe sulle città della Catalogna, causando più di 12.000 vittime tra la popolazione civile.
Finiti gli interventi c’è stato lo spazio per le domande; gli studenti hanno potuto così porre ai relatori i quesiti su cui volevano delucidazioni o approfondimenti.
Due interrogativi in particolare hanno catturato l’attenzione generale: il primo sulla posizione presa dalla chiesa cattolica durante il conflitto, il secondo sul comportamento delle potenze liberali e il perché del loro non-intervento.
Le risposte hanno pienamente chiarito i dubbi e le curiosità: una chiesa fortemente reazionaria si era apertamente schierata con la destra, a fronte di molti cattolici, che avevano invece aderito alla causa repubblicana. Quanto a Francia Inghilterra, era emersa nella conferenza di Londra soprattutto la loro volontà di scongiurare il rischio di un nuovo conflitto mondiale, di cui invece la guerra di Spagna fu la prova generale.
Terminato l’incontro, ci siamo soffermati sui cartelloni della mostra ed è stato impossibile non notare come molte delle fotografie in bianco e nero ricordano quelle che ogni giorno vengono diffuse dai mass media. La brutalità della natura umana è la stessa in ogni epoca.
«Rendere la vita intollerabile e la morte probabile. Aprire una via di fuga oppure offrire un accordo a quelli che se ne vanno o che si arrendono. Lasciare che se ne vadano, uno a uno. Uccidere chiunque resti. Ripetere da capo fino a che il paesaggio urbano, ormai deserto, diventa tuo.». E' con queste parole, cinicamente tecniche, che il New York Times definisce lo "starve-or-submit", la strategia militare adottata dall'esercito siriano per strappare Aleppo ai ribelli. Vittime innocenti. Brutalità, efferatezze, crimini di guerra. Vittime innocenti. Lacrime, dolore, disperazione. Vittime innocenti. La Storia sembra ripetersi in un asfittico "eterno ritorno" di nietzschana memoria. Un alienante "uguale" in cui la morte, repentina ed ineluttabile, lascia imbarazzati dinanzi alla sua mancanza di drammaticità, stupiti per la sua banalità, impotenti ai piedi della sua silenziosa autorità.
Il Giorno della Memoria deve essere l’occasione per indignarsi di fronte alle testimonianze delle atrocità commesse, ma anche e soprattutto per riflettere criticamente sul presente nella speranza di cambiare il futuro.
M. Ciardo, L. Ermini, G. Fazzino
A.Millotti, C. Montenero (CLASSE 5S2)