
Ci siamo interrogati e abbiamo cercato risposte concrete approfondendo il tema del "vivere legale": era circa la fine del mese di ottobre quando Paolo Manetti, responsabile dell'associazione bottegart-right profit di Acquasparta, ha proposto alla nostra scuola, all'Angeloni di Terni e al Gandhi di Narni di partecipare al progetto
This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.. Tramite la scuola il progetto e' arrivato alla mia classe. Noi della 4L2 ed alcuni alunni del 4s4 abbiamo subito sentito un forte interesse per l'argomento e, supportati dalle docenti Moretti e Mari, ci siamo attivati in un percorso di documentazione e ricerca necessario per raggiungere gli obiettivi del progetto. Il

Il primo step e' consistito in 27 ore consecutive di trasmissione, 9 ore per ciascun istituto, per mezzo di una web radio. Abbiamo così simbolicamente e concretamente rievocato le 27 ore di trasmissione radio di cui si era faticosamente appropriato Danilo Dolci, negli anni 70, con lo scopo di denunciare i contesti degradati del sud d'Italia dovuti agli atti mafiosi.
Siamo stati protagonisti di una comunicazione libera che ci ha formati e responsabilizzati perché ci ha messo a conoscenza di molte delle atrocità' commesse in passato e di quelle del presente e ci ha fatto capire l'importanza della lotta da attivare ad ogni costo ma da sostenere nelle forme pacifiche.

Il secondo step si è svolto in piazza Tacito a Terni; abbiamo di nuovo preso come esempio lo sciopero alla rovescia che abbracciò il pacifista Dolci dando vita ad un flash mob; la mattina del 7 dicembre il gruppo di studenti delle tre scuole interessate ha riproposto lo sciame di manifestanti ed operai disoccupati assaliti dalle forze dell'ordine mentre erano impegnati a rivendicare i propri diritti. Alle spalle dei "manifestanti" un gruppo di danzatori rievocava la manifestazione pacifica che ci fu mentre in prima fila si andava creando il "muro della legalità", che nella manifestazione di Danilo Dolci aveva lo scopo di proteggere chi voleva " vivere legale". Gli "sbirri" si accanirono sugli innocenti, considerando le loro azioni illegali e criminose. Ma, in realtà', chi stava agendo illegalmente?

Infine,dopo aver attualizzato queste rivoluzioni non violente e' toccato a noi realizzare il primo parco della legalità di tutto il territorio nazionale, inaugurato lo scorso martedi 11 dicembre ad Orvieto. Attraverso alberi dei giardini di via G. Carducci di Orvieto, custodi della crescita dei bambini che li' giocano, abbiamo fatto rivivere le anime di dieci straordinari personaggi che morirono lottando contro la mafia.
A ciascun albero è stata affiancata una targa rappresentativa con codice QR, che permette di ripercorrere la storia delle vittime per mezzo di uno smartphone o tablet.
Di sicuro un'esperienza così forte ci ha permesso di maturare una crescita responsabile perché non ci ha lasciato passivi di fronte alle criminose realtà del nostro Paese ma partecipi e portavoci di una "adulta" lotta pacifica. Porteremo avanti questo spirito dignitosamente!
Gea Polimeni, Nicolò Luciani, Roberta Zannoni, 4L2