Il microfono è lì, a 5 centimetri dalle labbra: unica barriera oltre la quale ci sono settanta visi più o meno conosciuti che aspettano solo che inizi il discorso.
Oltre ancora, non è quasi possibile più distinguere i visi di quelle seicento persone, ammassate sulle scalinate.
Ma il cervello ha altro su cui lavorare. Altri impulsi nervosi hanno la precedenza assoluta.
Ciò è assolutamente comprensibile. Soprattutto se si è consci che alcune delle persone presenti non stanno solo osservando. Stanno giudicando.
Quasi miracolosamente però, non è questo che è accaduto, all'ultima assemblea d'Istituto di quest'anno.
Dovendo rappresentare una "Commissione Europea" alla nostra "Simulazione di Parlamento Europeo Giovanile" (altrimenti battezzata SPEG), i nostri delegati, tutti appartenenti al triennio, se la sono cavata egregiamente.
Il funzionamento di questa Simulazione doveva essere il più simile possibile ad una vera sessione del PEG, un'associazione che da 17 anni è presente anche in Italia. La nostra scuola partecipa da diversi anni alle selezioni nazionali, con ottimi risultati. Queste selezioni sono delle vere e proprie simulazioni del vero e proprio Parlamento Europeo, dove ogni Committee (delegazione) di studenti espone le sue proposte riguardo ad un problema.
Purtroppo a queste selezioni può partecipare di norma solo un gruppo molto ristretto di studenti, a loro volta scelti tra quanti hanno partecipato ai lavori preparatori. Quando ritornano dalla selezione, i delegati sono sempre così entusiasti che restano ebbri di PED (Post EYP Depression, dove EYP sta per European Youth Parliament) anche per diverse settimane. Da qui la semplice idea di far provare un poco di questa ebbrezza ad una cerchia più vasta di persone. E il modo più semplice per fare una cosa del genere è organizzare un'Assemblea d'Istituto.
Ed eccoli lì, i nostri delegati, tutti inamidati e tirati a lucido (purtroppo per loro!). Hanno passato un mese preparando le loro risoluzioni, ed una settimana nel tentativo di trovare le falle in quelle altrui: non aspettano altro che di potersi confrontare faccia a faccia.
Tre professori svolgono la parte dei "Giudici di Gara", e saranno loro a decidere quali si dimostreranno le migliori delegazioni!
Forse però dagli spalti non è stato possibile avvertire tutta quella tensione, che a tratti si faceva quasi palpabile, e che ha fatto sudare freddo (nonostante il caldo) diversi aspiranti politici.
Le cravatte sono a posto, le gonne sistemate.
Tutti aspettano con trepidazione l'inizio.
Il Preside e la prof.ssa Tiziana Mari introducono la sessione...
Dopodiché saranno le doti dei ragazzi e l'affiatamento delle squadre a decidere.
Oltre ai giudici, naturalmente!