Anche quest’anno il Festival del Dialogo dei Giovani ha trasformato Orvieto in un laboratorio di cittadinanza attiva, riflessione e confronto. Dal 5 al 9 maggio, studenti di scuole e Paesi diversi si sono incontrati – prima a distanza, poi finalmente dal vivo – per costruire insieme qualcosa di grande. E il culmine è stato il 9 maggio, l’AGO.RA’, simulazione annuale dell’Assemblea Generale del Parlamento Europeo dei Giovani ospitata nella splendida Sala dei Quattrocento del Palazzo del Popolo.
Ma la forza di AGORÀ non sta solo nella giornata conclusiva. Per mesi abbiamo lavorato insieme, incontrandoci online e in parte in presenza, superando le distanze con la forza della collaborazione e del desiderio di esserci. Ci siamo ascoltati, ci siamo conosciuti, abbiamo discusso. Incontrarsi davvero, dopo tanto tempo dietro gli schermi, è stato emozionante. Non solo per il confronto di idee, ma perché sono nati legami veri, ponti di amicizia che ci ricorderanno per sempre quanto questo momento sia stato importante.
L’iniziativa è stata promossa dall’IIS Majorana-Maitani insieme all’associazione ApertaMenteOrvieto, in rete con l’IISACP di Orvieto, l’IIS Tacito di Terni, il Liceo Da Vinci di Acquapendente, l’ISIS di Follonica e una preziosa delegazione internazionale del Liceo Italiano I.M.I. di Istanbul. Oltre cento studenti si sono messi in gioco per riflettere e confrontarsi sul tema di quest’anno: “Per una civiltà della cura: coltivare il bene
comune”.
Dopo la cerimonia di apertura e l’ascolto dell’inno europeo, siamo entrati subito nel vivo dei lavori parlamentari. Divisi in commissioni tematiche, abbiamo discusso, scritto emendamenti, cercato soluzioni condivise.
Noi, Eugenio Edoardo Lombardi (4SA2) e Martina Rosati (4SA1), abbiamo avuto l’onore e la responsabilità di presiedere la commissione LIBE, dedicata alle libertà civili, alla giustizia e ai diritti fondamentali delle persone detenute. Parlare di sovraffollamento carcerario, reinserimento, diritti umani, non è stato semplice: le opinioni erano diverse, ma il confronto è sempre stato rispettoso, appassionato, sincero. Guidare questo processo ci ha fatto crescere, come studenti e come cittadini.
A metà mattinata, un momento che ha lasciato il segno: l’intervento dell’europarlamentare Camilla Laureti. Con parole semplici ma profonde, ci ha ricordato che “l’Europa unita è una realtà, ma è nelle mani dei giovani renderla viva ogni giorno”. Ha parlato di un’Europa che deve risvegliarsi, ritrovare la sua energia, e di una “debolezza” che in realtà è la sua forza, perché è apertura, ascolto, proposta.
Una riflessione che ha trovato eco nelle parole di David Sassoli, da lei citato: “La speranza siamo noi, quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno, quando non alziamo muri e confini, quando combattiamo contro tutte le ingiustizie.”
Sono queste parole che hanno guidato tutto il nostro lavoro. Perché ogni commissione – dall’ambiente alla salute mentale, dalla sostenibilità economica alle relazioni internazionali – ha saputo dare forma a idee concrete, risoluzioni condivise, proposte di cambiamento. Non è stato facile, ma proprio per questo è stato vero.
Il momento della plenaria, con il dibattito pubblico e il voto finale, è stato travolgente. Parlare davanti a tutti, difendere le proprie idee, rispondere alle critiche, scoprire che le opinioni possono cambiare. È lì che abbiamo toccato con mano cosa significhi partecipare alla democrazia.
L’AGORÀ è stata anche l’occasione per ricordare Tiziana Mari, professoressa e ideatrice del progetto, a cui è stato dedicato il Premio sulla Cura. A lei dobbiamo la scoperta del valore della meraviglia – il thauma – come motore della conoscenza e della responsabilità verso il mondo. Ci ha insegnato che prendersi cura è già un gesto politico. È già un cambiamento. Nel word cloud che accompagna questo racconto ci sono le parole che ci portiamo a casa: amicizia, ascolto, coraggio, consapevolezza, fiducia, impegno, passione. Per noi AGORÀ non è stato solo un esercizio di retorica o un gioco di ruolo. È stato un viaggio trasformativo. Ci ha insegnato che la bellezza sta nel provare, nel mettersi in gioco, anche senza sapere come andrà. Perché finché non si prova davvero, non si può sapere cosa si prova. Noi abbiamo provato. E non lo dimenticheremo.
Eugenio Edoardo Lombardi & Martina Rosati
A nome di tutte le commissioni di AGO.RA’ 2025